Nas in Ospedale, arriva paziente Covid e scatta la protesta

SULMONA – Alta tensione nell’ospedale di Sulmona per la decisione della Regione di ricoverare due pazienti Covid.
Alla fine, dopo un lungo e complicato pomeriggio, è arrivato un solo paziente positivo, dalla Rianimazione di Chieti.

L’altro, invece, è stato dirottato all’ospedale G8 dell’Aquila. All’Annunziata è stato preso in carico un’altra persona originaria di Pescara, proveniente dalla rianimazione di Chieti, che ha bisogno della terapia intensiva e delle cure necessarie per lottare contro il virus.
Nel primo pomeriggio è arrivata la notizia che l’ospedale dell’Annunziata avrebbe dovuto accogliere due pazienti affetti da coronavirus.
Si tratta di pazienti che dall’ospedale di Pescara, ormai allo stremo, in un primo momento dovevano essere ricoverati nell’ospedale di Avezzano, in quanto ospedale di primo livello e dotato di un reparto di malattie infettive. Ma dalla Regione l’ordine è stato tassativo: i due pazienti devono andare nell’ospedale di Sulmona.
Sono, così, arrivati i Carabinieri ed i Nas dell’Arma insieme al direttore generale dell’Asl, Roberto Testa, al sindaco, Annamaria Casini e all’assessore comunale Salvatore Zavarella, insieme al consigliere regionale Marianna Scoccia. Nel delicato incontro si è provato a verificare se l’ospedale sulmonese è in possesso di adeguate attrezzature e condizioni per il ricovero dei due pazienti provenienti dall’ospedale di Pescara e che la Regione ha assegnato all’ospedale sulmonese. Un incontro sicuramente non facile. Intanto un cittadino sulmonese, Giulio Mastrogiuseppe, ha denunciato ai carabinieri il fatto che il padre non sarebbe stato sottoposto ad intervento chirurgico urgente, previsto nel pomeriggio, proprio per l’arrivo dei due pazienti.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Annamaria Casini che ha inviato una dura lettera al governatore Marsilio. “In questo momento il nostro ospedale non è pronto per accogliere pazienti affetti da coronavirus” afferma il sindaco. “L’ospedale di Sulmona ha fatto già la sua parte accogliendo un paziente nell’unico posto a pressione negativa disponibile nel nostro ospedale. Oggi mettere altri pazienti covid nel reparto di rianimazione significa infettare una divisione e quindi l’intero ospedale mettendo a rischio la salute di personale e pazienti. La scorsa settimana il direttore sanitario Tonio Di Biase – prosegue il sindaco – ha chiesto di trasformare il reparto Utic in posti covid. Non è stato fatto. Ora si vogliono trasferire pazienti a Sulmona senza mettere il reparto in sicurezza. Se non sbaglio c’è un ospedale di primo livello, con un reparto per malattie infettive, che è quello di Avezzano – conclude il sindaco – che utilizzino prima quello e poi semmai, dopo aver messo in sicurezza quello di Sulmona,. Siamo pronti a fare la nostra parte”.
Annuncia una richiesta di spiegazioni indirizzata all’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì dalla consigliera regionale Marianna Scoccia.
“Sono rientrata da poco a casa dopo essere stata in ospedale e lasciare lo sguardo degli operatori sanitari di Rianimazione mi ha stretto il cuore – dice – Considerato ciò che sta accadendo in queste ore in tutta la regione ed in Valle Peligna, domani mattina provvederò ad inoltrare formale richiesta all’ass. Nicoletta Veri per conoscere in modo dettagliato il piano regionale di emergenza Covid-19”.

Al di là delle richieste e delle sollecitazioni di ognuno, resta da chiedersi se sia ancora il caso di parlare di ospedale No-Covid, facendo finta di non vedere un’emergenza che non consente divisioni, non ammette ritardi e non contempla la “geo-sanità”.

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